Cambio al vertice della Federal Reserve

Janet Yellen non è più la numero uno della Federal Reserve da sabato scorso. Al suo posto Trump ha designato Jerome Powell, repubblicano di 65 anni che già faceva parte del board della Fed dal 2012. Al momento non sono previste variazioni per quel che riguarda i tassi d’interesse che dovrebbero rimanere invariati in un range compreso tra l’1.25% e l’1.50% anche se ad oggi ciò che preoccupa di più i mercati è l’inflazione. Sono infatti bastate poche parole di Powell circa un aumento dell’inflazione superiore a quanto previsto per far calare il mercato azionario ed aumentare i rendimenti dei Treasury a 10 anni facendoli salire fino a 2.90% per poi assestarsi a quota 2.8%.

Nel frattempo la Banca Centrale Europea e quella giapponese si sono dimostrate più caute con quest’ultima che ha detto di voler addirittura incrementare l’acquisto di bond di un ulteriore 10%. Draghi nel discorso tenuto ieri al Parlamento Europeo si è dimostrato cauto dicendo che l’espansione attuale dell’economia è al di sopra del suo potenziale ma non ancora ad un livello tale per cui sia da ritenersi preoccupante.
Anche se si è rafforzata la nostra fiducia che l’inflazione convergerà verso l’obiettivo” del 2%, non possiamo ancora dichiarare vittoria su questo fronte. Mario Draghi, 5 Febbraio 2018