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COLAZIONE A WALL STREET: EBOOK
Capitolo 1: GLI STRUMENTI
Operare sui mercati finanziari, a livello personale ed ancora di più quando lo fai per lavoro con i soldi degli altri, richiede una forte preparazione. Infatti voglio subito smontarti un falso mito che gira spesso su internet…non si diventa esperti con un corso di un giorno o con un libro letto una volta e via. Imparare ad operare sui mercati finanziari richiede, se si vogliono raggiungere risultati interessanti e soprattutto non perdere soldi, una costanza, un impegno ed una disciplina di molte e molte ore di studio ed applicazione. Personalmente credo che la cosa sia molto variabile da persona a persona, gente che magari dopo pochi mesi di Full Immersion è pronta per investire e gente che magari ha bisogno di anni per essere preparata. Ad ogni modo, diventerai davvero padrone dell’argomento quando leggendo un articolo economico, finanziario, un libro o qualsiasi cosa parli della materia, ti sembrerà di leggere il Topolino quando ti rilassi comodamente sul divano di casa tua, e comincerai a fare collegamenti mentali in stile film “limitless” (se non lo hai fatto, guardalo) su titoli e mercati. Fatta questa premessa, oggi sul Web esistono numerosi blog, pagine FB, canali Youtube, forum e siti che trattano l’argomento (li vedremo in seguito), quindi si tratta solo di trovare tempo e voglia per approfondirli. Se fosse facile lo farebbero tutti, ma alla fine in pochi hanno successo sui mercati perché sono davvero pochi quelli che si applicano fino in fondo, e spero sinceramente che tu possa essere tra questi. Da dove cominciarePartiamo dal fare un po’ di chiarezza su quelli che sono i principali strumenti finanziari e gli argomenti che potranno esserti utili sui mercati.
Li dividiamo in macro categorie che poi approfondiremo in ciascun capitolo:
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Azioni
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Obbligazioni
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ETF
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Fondi comuni/Sicav
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Flash Derivati: le opzioni
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Il bilancio e le aziende
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Asset Allocation
I primi tre (Azioni, Obbligazioni ed ETF) sono chiamati “raccolta amministrata”, mentre i Fondi comuni e le Sicav sono prodotti di “raccolta gestita”. Questa definizione è importante ai fini fiscali (vedi il video del giorno 15 ottobre sulla pagina di Colazione a Wall Street) ed anche ai fini operativi.
Ad esempio se devi cambiare Banca e quindi “trasferire” i tuoi investimenti da un posto all’altro di solito è più veloce e facile girare la raccolta amministrata rispetto ai fondi e le Sicav (a meno che la Banca di origine e la Banca di destinazione non abbiano a disposizione le stesse case di gestione, ma ne parleremo più avanti).
Le Azioni
Le azioni sono piccoli pezzi di un’azienda….punto.
Questa è secondo me la più semplice ma allo stesso tempo efficace definizione per capire fino in fondo cosa stai comprando. Quando decidi di investire in un’azione (o più azioni di solito) stai di fatto comprando una parte più o meno grande di una società, e di conseguenza tutti quelli che sono i rischi (e le opportunità) di quest’ultima. Partecipi al 100% alle vicende societarie, guadagni se le cose vanno bene e perdi se le cose vanno male. Puoi perdere anche tutti i soldi se la società fallisce (qualche volta è capitato purtroppo) ma puoi anche portare a casa guadagni percentuali a due cifre se studi e compri nel modo giusto.
VALUTAZIONI: RISCHI ED OPPORTUNITA’ Esistono due tipi di analisi che ci consentono di determinare la qualità del nostro investimento azionario:- Analisi fondamentale
- Analisi tecnica
Il sistema non è uguale per tutti
Ognuno di noi, come è giusto che sia, costruisce un metodo, un sistema, sulla base di caratteristiche personali, di un profilo di rischio diverso rispetto ad altri investitori, di un orizzonte temporale più o meno lungo e di una conoscenza dei mercati più o meno approfondita.
Solitamente esistono però dei tratti comuni di ciascun sistema, che ci permettono di capire in prima battuta se un investimento merita di essere destinatario dei nostri soldi oppure se trattasi di un rischio eccessivo.
La cosa fondamentale per iniziare a strutturare un sistema viene ignorata dalla maggior parte delle persone, soprattutto da quelle che si approcciano al mercato e sono alle prime armi. Si pensa “adesso ho studiato la teoria e sono pronto ad investire soldi veri!”, ma il primo è più importante lavoro da fare è su SE STESSI.
Non smetterò mai di dirlo (lo faccio anche con i miei clienti ed ai miei corsi): PRIMA DI TUTTO CONOSCERE SE STESSI COME INVESTITORI, POI TUTTO IL RESTO!
Sembra una cosa banale, ma fa tutta la differenza del mondo. Se infatti entri sul mercato azionario, e magari lo fai senza protezione, un eccessivo calo (magari improvviso e veloce) del tuo titolo potrebbe spingerti a farti prendere dal panico e vendere in perdita, questo perché magari non sapevi che la tua personalità è super conservativa e non è in grado di reggere a cambiamenti forti sui mercati. Una volta perso il capitale, perdi autostima, ti demoralizzi, chiudi il tuo conto e dici: “è troppo rischioso”, “è troppo difficile”.
Considera poi una cosa fondamentale: se perdi il 10% del tuo capitale, non basterà guadagnare il 10% per recuperare la somma iniziale ma ne servirà di più. Inoltre più la perdita aumenta, più questo GAP è difficile da recuperare (se non mi credi prova a fare i conti)
Questo invece potrebbe essere diverso qualora tu conosca già a priori il tuo profilo, e quindi in caso di estrema avversione al rischio sarai più adatto ad investimenti a bassa volatilità e conservazione del capitale, quindi PRIMA di investire arriverebbe il tuo grillo parlante a dirti: “ma questo investimento azionario è davvero adatto a te?”.
Personalmente consiglio sempre di scaricare un fac simile da internet su quello che viene definito “questionario MIFID”, che permette una volta compilato di tracciare sommariamente il tuo profilo di investitore. Devi essere più onesto possibile (e devi farlo anche quando ti rechi in banca dal tuo consulente, lui ti farà le domande ma sarai TU a scegliere le risposte, mi raccomando). Questo ti darà una prima idea di che tipo di investitore sei.
Fatto questo, concretamente dovrai procedere operativamente con l’apertura di tutto ciò che serve per operare sui mercati (trovi il dettaglio nei video della mia pagina Facebook in data 1 ottobre 2017).
Come detto per valutare adeguatamente un titolo azionario il consiglio è quello di effettuare, dopo un periodo di studio e magari di operatività su conti demo, un mix di entrambe le analisi (fondamentale e tecnica) in modo da mettere i tuoi soldi su titoli che superino entrambi i test su entrambi gli aspetti (anche qui trovi sulla Pagina Facebook le rubriche del sabato – SATUR-DAYTRADING e della domenica ABC INVESTIMENTI con i video tutorial).
INDICI PRINCIPALI
Volendo scendere in profondità in quella che può essere considerato un primo step di analisi, dal punto di vista dell’analisi fondamentale è importante cominciare a strutturare degli indici che ci diano alcune importanti indicazioni su ciò che davvero conta:
NB: questi indicatori, che non sono una legge fissa ma che devono adattarsi a ciascuno di noi in base a quanto detto sopra, vanno valutati insieme. Se possibile poi devono essere integrati con ulteriori conferme, come vedremo poi nel capitolo dedicato alle aziende del mio amico Federico Martin con altri indicatori.
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P/E : Prezzo/utili
Ci dice sostanzialmente se IL PREZZO di un’azione è CARO O MENO rispetto agli utili che quella stessa società produce. Quindi ad esempio una società con un rapporto P/E di 30 sarà molto più sopravvalutata di una società con un P/E di 10. Questo perché nel primo caso il prezzo della prima società varrà 30 volte gli utili (per azione) della stessa, al contrario della seconda dove gli utili saranno un decimo del prezzo. Anche qui va fatta un’ulteriore considerazione: quando si analizza il rapporto P/E, bisogna considerare anche il settore di appartenenza di quel titolo e magari il mercato geografico di riferimento. Un rapporto P/E di 30 ad esempio sarà caro per settori magari difensivi (farmaceutica/alimentare/utility), ma economico per settori più aggressivi (tecnologici, finanziari).
Oppure ancora se un titolo ha un P/E di 30 ed è all’interno dell’indice S&P 500 (ultimamente vicino ai massimi storici) sarà magari un numero piuttosto basso rispetto alla media dei titoli di quello stesso indice, e quindi alto in valore assoluto ma basso in valore relativo, perciò contestualizza sempre tutto!
E se il P/E fosse negativo? Dal momento che il prezzo non può scendere sotto zero, l’unica certezza è che la società avrà chiuso in perdita l’esercizio, di conseguenza non utilizzerò questo indicatore nella mia analisi.
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P/BV: Price/book value (P/patrimonio netto)
Un altro indicatore molto usato ed importante è il prezzo in rapporto al patrimonio di una determinata azienda. Patrimonio netto significa differenza tra attività e passività (oppure la somma tra capitale sociale e riserve). Esprime quante volte l’investitore paga (IN PIU’) l’azienda rispetto al suo valore patrimoniale (maggiore è il numero e più sopravvalutata sarà l’azienda). In questo caso, possiamo avere 3 categorie di valori:
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P/BV maggiore di 1: titolo tendenzialmente sopravvalutato
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P/BV minore di 1: titolo sottovalutato, ovvero la capitalizzazione di borsa è inferiore ai mezzi propri.
Attenzione che un valore eccessivamente basso (sotto lo 0,5) solitamente sta a significare che l’azienda ha delle aspettative reddituali pessime.
NB: Questo indicatore è utile soprattutto per i titoli bancari ed assicurativi, dove la consistenza patrimoniale è fondamentale (vedi su Internet definizione di CET1 ecc..)
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P/CF: Price/cash flow
Rapporto tra il prezzo del titolo ed il suo flusso di cassa. Questo indice solitamente è da considerare per società più industriali (quindi per capirci settori auto ed energia) mentre ha utilità minore ad esempio in settori come banche ed assicurazioni. Questo perché trattandosi di flusso di cassa anche di ammortamenti, solitamente tale voce ha un peso maggiore nelle società industriali
Il P/CF esprime il NUMERO DI ESERCIZI entro cui il flusso di cassa generato dall’azienda sarà in grado di ripagare l’investimento dell’azionista. La lettura è simile al P/E (alto = società sopravvalutata e viceversa)
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D/P: Dividendo/prezzo o dividend yield
Mi piacciono molto le aziende che pagano dividendi buoni (ho fatto anche un video sulla pagina Facebook di Colazione a Wall Street a proposito dei titoli “Aristocrats”, il 19 novembre 2017). Questo perché salvo rare eccezioni preferisco entrare sul mercato azionario (quando lo faccio in ottica di lungo periodo) per il flusso di cassa che sono in grado di darmi (stando sempre attenti alla tassazione). Su questo argomento trovi tutto in questo link sotto riportato:
https://colazioneawallstreet.com/2017/06/04/vuoi-comprare-facebook-amazon-tesla-prima-leggi-qua/ .