INVESTIRE SENZA RISCHIO E’ POSSIBILE?

Ciao Wallstreeter, oggi rispondo ad una domanda che spesso mi viene fatta, in particolare da chi si approccia al mondo degli investimenti e non sa bene come funziona. La domanda è la seguente: investire senza rischio è possibile? Quando mi viene fatta questa domanda, comincio rispondendo a mia volta con un’altra domanda, ovvero: cosa intendi tu per rischio? Te lo sei mai chiesto? Così dopo anni ed anni passati nel mondo degli investimenti, avendo a che fare con persone da 10.000 Euro o da 1 Milione di portafogli, mi sono reso conto che a questa mia domanda, l’idea di “RISCHIO” delle persone equivale alla “possibilità, anche minima, di perdere il proprio capitale, o di vederlo fortemente ridotto”. Perciò inquadrando il rischio con quanto appena detto, la risposta è NO, non è possibile investire senza rischio. Il problema di questa risposta tuttavia è che va spiegata in dettaglio, in modo molto approfondito. Infatti, immaginiamo le 3 principali tipologie di investimenti che possono comporre un portafoglio (tralasciamo le materie prime per questa volta):
  • liquidità
  • obbligazioni
  • azioni
Nel primo caso quindi, anche immaginando che per “liquidità” non intendiamo i soldi sul conto corrente (che per l’effetto inflazione perdono MATEMATICAMENTE di valore ogni anno) ma intendiamo altre soluzioni come conti deposito, obbligazioni a scadenza inferiore ai 18 mesi, pronti contro termine, e così via. In questo caso perciò, se da un lato è vero che il rischio di perdere il capitale è molto ridotto, bisogna anche dire che l’effetto inflazione impatta comunque (immaginiamo un conto deposito dove verso 10.000 Euro, che paga oggi uno 0.5% netto, se va bene, considerati i costi, ovvero 500 Euro). Ciò significa che finchè i valori dell’inflazione saranno inferiori allo 0.5%, il mio capitale si rivaluterà, viceversa mi ritroverò nella stessa situazione del conto corrente, a meno che non aumentino anche gli interessi. Nel caso delle obbligazioni invece, ipotizzando di eliminare il rischio cambio (quindi investo solo in obbligazioni in Euro), devo essere consapevole che i rendimenti saranno comunque ridotti (oggi ad esempio un BTP a 10 anni rende lordo il 1.28%, netto circa 1.12%, a cui devo però togliere lo 0.2% di imposta di bollo sui titoli e l’inflazione, quindi sono anche qui allo zero virgola), ed in questo caso il rischio di perdita sarà legato all’eventuale default dell’Italia (o comunque del debitore o dei debitori di cui compro l’obbligazione). Nel mercato azionario invece, il discorso diventa molto più ampio, ma in linea di massima possiamo dire che guardando la storia, più aumento il mio orizzonte temporale (anni in cui mantengo l’investimento senza venderlo) e più diversifico (indici piuttosto che singole azioni), minori saranno i rischi di perdere capitale, anzi avrò a mio favore maggiori probabilità di guadagnare.     Infatti come puoi vedere sopra, la distribuzione dei rendimenti del principale indice americano (S&P 500) è decisamente a favore degli investitori, con oltre il 70% degli anni in guadagno (questo dal 1825). E come già detto, aumentando il periodo di detenzione dello strumento (holding period) anche i rendimenti convergeranno verso valori positivi (colonne azzurre e blu). Perciò parlare di rischio negli investimenti è assolutamente normale, in quanto parliamo parimenti di rendimenti, e le 2 cose sono legate indissolubilmente, come lo Yin e lo Yang, coesisteranno sempre e starà a noi, bravi investitori, creare il giusto equilibrio per migliorare la nostra vita finanziaria. Se vuoi migliorare da subito, ISCRIVITI ALLA NOSTRA AREA RISERVATA, ed impara con la pratica!