06.01.2019
Sembra incredibile, ma è successo! Come possiamo notare dal grafico Bloomberg qui sotto, i rendimenti a 5 anni della Grecia oggi rendono tanto quanto quelli dell’Italia.
![Italy_Greece-619x368.png](https://www.infocolazioneawallstreet.it/wp-content/uploads/2019/06/Italy_Greece-619x368.png)
Insomma sono riusciti a sorprendere anche me che avevo già parlato di come la situazione italiana fosse complicata (un mese e mezzo fa quando mi aspettavo
uno storno sui mercati, poi con i 4 motivi per cui
vedevo “rosso” per il nostro Paese).
Però così esageriamo, e quindi se prima avevo pensato di liquidare la mia posizione Short sui BTP (aperta circa un mese fa) resto dell’idea che la mia quota da destinare a prodotti “contrarian” (la parte di portafoglio che “copre” in fasi di ribasso) sia ancora valida, anche se da monitorare con attenzione.
![Immagine.png](https://www.infocolazioneawallstreet.it/wp-content/uploads/2019/06/Immagine.png)
Avevo detto del fatto che vi erano 4 punti per cui ero preoccupato sull’Italia, che riassumo brevemente (per ordine di importanza) a cui ne aggiungo altri 2:
- Manovra finanziaria di ottobre (senza coperture adeguate) con aumento IVA
- Debito eccessivo, crescita nulla (ultimi dati ISTAT YoY -0.1%)
- Agenzie di rating (se qualcuna aveva “sospeso” il giudizio non credo succederà di nuovo)
- Tenuta del Governo
- Cambio al vertice BCE
- Sorpasso della Grecia
In particolare questo punto si è aggiunto pochi giorni fa, perchè non tanto a 5 anni, quanto lo “spread a 10 anni” risulterebbe significativo in termini di sorpasso (e non manca molto, circa 21 BP). Questo non farebbe che aumentare il “rischio” percepito sul nostro Paese con un effetto avvitamento molto insidioso.
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La differenza è che i greci escono da anni di manovre lacrime e sangue, e nell’ultimo anno crescono al 2.1% (Italia 0.1%).
A questo punto che succede? Succede che per chi non è ancora entrato sui BTP farebbe bene ad aspettare (non è ancora a mio avviso un punto di ingresso per comprare BTP convenienti per rischio-rendimento) e capire l’evoluzione della questione sul nostro debito.
Tutto questo mentre anche all’esterno il contesto si fa complicato, con il problema dei dazi che riduce le nostre esportazioni e quindi “toglie” uno di quei pochi sostegni economici che ancora ci permettevano di recuperare qualcosa.
Quel “menomale che è successo a loro e non a noi” potrebbe diventare un ricordo sbiadito, perchè adesso al centro dei mercati Europei siamo di fatto diventati il primo, grande, inevitabile, punto di attenzione.
Anche i nostri CDS a 5 anni (il premio che si paga per assicurarsi dal rischio di fallimento di uno Stato o di un’impresa) sono saliti a molto solo nell’ultimo mese (+ 19,3%) altro segnale del fatto che i mercati hanno “acceso un faro” su di noi (e non solo la Commissione UE).
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Alla prossima!